| 1 agosto 2007
RELAZIONE: FRANCIA 2007
Premessa Il riferimento è relativo al Corso estivo di St.Tulle (F) di JanLuc Sans, ex mediano di mischia delle equipe francese e miglior calciatore di Francia per parecchi anni; coadiuvato dai preparatori e selezionatori del Belgio e della Catalunya (S), dall’uscente mediano di mischia della nazionale, da 2 giocatori e allenatori federali (FF), da un osteopata e allenatore di una squadra di Prima divisione professionisti, e dal selezionatore italiano U.17, dott.prof. Erbosti.
Didattica La didattica, tipicamente francese, e di scuola europea, si riprometteva apprendimenti per prova ed errori, andando a ricercare la semplicità e la minimalità, sia delle proposte che delle correzioni. Significa che le spiegazioni, efficienti e chiare (in almeno 2 lingue diverse dal francese), non prevedevano esecuzioni corrette fin dall’inizio ma, al contrario: a) una comprensione della richiesta e della consegna; b) una esecuzione riferita alla richiesta ma elastica, non rigida; c) una serie di ripetizioni in divenire, cioè riferite alle mutate esigenze di gioco; d) la correzione non avveniva che induttivamente, cioè non si diceva all’allievo che sbaglia dove ha errato ma gli si faceva capire che cosa avrebbe potuto fare in situazioni classiche, senza peraltro chiarire le eventuali variabili;
Non si fa preparazione atletica se non dalla terza divisione professionisti (la nostra serie B o C) anche perché tutte le proposte e le esecuzioni sono sempre condotte alla massima velocità (prima discrepanza con il nostro criterio di formazione: velocità = allenamento, lentezza = apprendimento tecnico). I contatti fanno parte del gioco ma non sono una necessità imprescindibile perché già nei giochi a 10/11 anni il placcaggio è già stato assimilato (laterale, frontale e da dietro; sia statico che dinamico). Anzi, sui contatti sembra quasi che sia più intelligente il giocatore che li evita e ancor più la squadra, sia in attacco che difesa, che intuisce la volontà del portatore di palla (perfettamente in linea anche con la scuola irlandese e inglese; meno con quella italiana).
Pedagogia Ho visto l’applicazione della pedagogia alle diverse situazioni strategiche; anche perché il gioco deve essere sempre divertente ma non per questo stupido. La francia rimane la patria della pedagogia moderna e l’applicazione delle teorie di Russoux, Piaget ed altri mi ha permesso di rivedere i miei studi universitari alla luce delle esigenze rugbystiche. Il rugby ha assunto un concetto archetipico, in perfetta sovrapposizione alle esigenze strategiche, di gioco e di apprendimento del rugby. Non si può insegnare il rugby se non si vuole conoscere e crescere con i giovani. Il tutto, ovviamente per i francesi, fino alla soglia dei 20 anni e comunque al finire delle categorie junior, anche di elite, in un programma di pedagogia totale per un rugby totale.
La vita al campus Sveglia alle 7:30/8 per una prima colazione tra le 8 e le 9 Inizio attività alle 9:15 (massima puntualità degli educatori/allenatori) fino alle 12/12:20 Pranzo tra le 13 e le 14 Attività pomeridiana: inizio ore 16 fino alle 19/20 Cena 20/20:40 Attività serale: dalle 22 alle 23 Breefing allenatori alla mattina e al termine delle attività in sala riunioni
Conclusioni I ragazzi del RVC hanno ben figurato, lavorando con passione e in modo appassionato, continuo ed adeguato. Hanno anche dimostrato una serietà e maturità che altri gruppi, sia italiani che stranieri, non hanno potuto sfoggiare. Per riferimenti più specifici dei singoli conferirò, a richiesta, direttamente con gli allenatori rispettivi piuttosto che i Genitori.
In fede
Il preparatore atletico prof. Andrea Cainer
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